XVII Congresso Nazionale

    

LA SALUTE DEL PIEDE

Firenze, 30 novembre 2013

Presidente del Congresso: Marco Pecchioli

Alcune relazioni sono state pubblicate sul numero 1/2015 della rivista “I.D. Educazione Fisica”


PRESENTAZIONE

L’uomo è un animale bipede. Ciò significa che la prevalenza dei suoi spostamenti avviene in posizione eretta con l’appoggio di tutto il corpo sui suoi due piedi. Ciò non toglie che l’uomo possa anche spostarsi in modo quadrupede, o strisciante, o su di un solo piede, o seduto, o in altri modi previsti anche dalle varie andature ginniche, ecc., ma resta il fatto che, nella sua normalità l’uomo si sposta mediante i sui suoi piedi.

Essi realizzano una base di appoggio a 4 punti, ossia è come se l’uomo avesse quattro zampette e utilizzasse le gambe come moltiplicatori di distanza: due zampette anteriori, i suoi avampiedi, e due zampette posteriori, i suoi talloni; due zampette a destra, appendice terminale della gamba destra (piede destro) e due zampette a sinistra (piede sinistro), appendice terminale della gamba sinistra, dove le gambe, con la loro ampia falcata possono spostare contemporaneamente queste loro due zampette appendicolari, il piede di loro appartenenza, e permettergli di avanzare in modo anche molto spedito ed addirittura con dei balzi.

Non potrebbe avvenire così in un quadrupede, dove questi, alzandosi sulle sue zampe posteriori, si troverebbe sulla punta del suo piede, senza il sostegno del calcagno posteriormente ed avrebbe un equilibrio più precario, paragonabile a quello dell’uomo quando si solleva sugli avampiedi. Questa osservazione è densa di conseguenze sul piano della biomeccanica del piede umano. Essa è anche carica di conseguenze sul piano della patologia e della clinica. Partendo da queste considerazioni prenderà il via il nostro XVII Congresso SIEF.

Prima di concludere questa presentazione ritengo utile ricordare che il piede dell’uomo è molto piccolo alla nascita e che le ossa del suo scheletro sono ancora in gran parte cartilaginee. Ciò consente pertanto di apportare delle notevoli modificazioni della sua morfologia e della sua funzione, grazie alla possibilità di agire, nel suo divenire, durante la sua crescita, sia con l’uso di opportune ortesi, che con la pratica di specifici esercizi ginnastici studiati allo scopo e verificati.

Spero vivamente che gli argomenti che saranno trattati in questo nostro Congresso attirino l’attenzione e la voglia di discutere per molti studiosi del piede, a partire dagli insegnanti di Ginnastica, da coloro che si occupano in modo specifico di Biomeccanica, di Ortopedia, di Fisiatria, di Chirurgia, di Tecnica Ortopedica, ecc.

Vi aspetto numerosi a Firenze il 30 Novembre

                 Marco Pecchioli